Edito da Giovane Africa è stato realizzato per conto dell’Associazione Thiaroye sur Mer O.N.L.U.S. di Pontedera e rende omaggio alle storie di vita raccontate e ai loro protagonisti, che con una lente di ingrandimento spiegano il rapporto immigrati-italiani, in particolare come gli immigrati giudicano gli italiani :
“Gli italiani hanno sovente opinioni differenti, contraddittorie, perfino opposte, sugli stranieri [...]. Invece gli immigrati, all’unisono, la pensano nel medesimo identico modo sui costumi, le abitudini, i modi di fare degli italiani.”
Nello specifico sono i senegalesi ad aver capito e conosciuto bene l’italiano medio, con i suoi vizi e le sue virtù, i suoi comportamenti variegati e con vista acuta, con un’occhiata rapida e un perspicace intuito colgono al volo la tipologia dell’italiano. Il loro giudizio è riassunto in una sola parola, ‘tubab’ che vuol dire l’uomo bianco e tutto ciò che gli appartiene e lo contraddistingue con pregi e difetti... Non siete curiosi di scoprire il resto?
Le descrizioni e le vicende narrate sono alquanto affascinanti e proiettano il lettore in una dimensione che spesso non si considera: la sfera dello straniero in Italia. Un “mappamondo” che mescola sensibilità, tenacia, forza.
Questo libro racchiude nel suo scrigno miracoli italiani che lasciano esterefatti e fanno ancora sperare. Il testo scorre fluido perchè contraddistinto dalla semplicità e naturalità delle espressioni e dei contenuti. Un susseguirsi di parole che riempiono di luce nuova il lettore, che prova a proiettare l’immagine di sè in quelle determinate circostanze, mettendosi virtualmente alla prova, ma difficili da capire se non si è completamente immersi in queste vicende come i protagonisti: bisognerebbe “andare alla ricerca del nostro prossimo” per capire. Andare oltre noi stessi, i nostri pregiudizi e la normalità delle nostra quotidianità. Normalità invece che gli immigrati devono spesso sudare in un Paese straniero...Ed è proprio questo il senso del libro!
Gli immigrati sono semplicemente ‘immigrati’ e differiscono dagli italiani per religione, abitudini e costumi, ma non per questo diversi da noi. Ma se hanno la fortuna di incontrare qualcuno che per loro diviene scudo, spalla e supporto come alcune di queste vicende raccontano, saranno grati per sempre.
Scusa se è poco”si dice ad un tratto in uno dei suoi racconti. E la risposta a questa affermazione è stata: “Il poco fa molto”. Che è un po’ sinonimo di incontro.
Penda Thiam e Giuseppe Cecconi, Il cielo sopra Ibraima, Giovane Africa, pag. 64
Maria Logroio