Per la rubrica di questa settimana in redazione mi chiedono di proporre una località “calda”, visti i rigori dell’inverno. Ho scelto l’Egitto, non tanto per il suo clima desertico, quando per la temperatura che hanno raggiunto in questi giorni le sue piazze.
Un solo colore, un unico odore dominano la zona del massiccio del Luberon, tra le provincie di Vaucluse e Alpi dell’Alta Provenza, nei mesi di luglio e agosto. Dappertutto troviamo lavanda in fiore. A perdita d’occhio, da togliere il fiato, con la sua persistenza sotto il caldo sole estivo.
Biodiversità è il concetto che in parole semplici esprime la complessità della vita. In inglese (lingua nella quale fu coniato il termine originariamente) “diversity” ha un’accezione positiva, che pone l’accento sulla moltitudine e la varietà.
Il Paese Arcobaleno sarà, ahimè, per qualche tempo sinonimo del naufragio della nostra nazionale ai mondiali di calcio. Per “Quelli-del-calcio-chi-se-ne-frega” resta invece una terra lontana, rimasta ai margini dei circuiti turistici per molti anni, ma di cui si comincia a parlare. I termini sono lusinghieri: un ritrovato equilibrio politico e una maggior tranquillità sociale stanno potenziando la fruibilità di un territorio naturale stupefacente.
Per la serie “se non li puoi battere, fatteli amici”, nella rubrica di questo numero parliamo di vulcani. L’argomento è certamente scottante e di attualità, visto i recenti disagi provocati dal risveglio dell’islandese Eyjafjallajökull (più difficile da scrivere che non da pronunciare: èia-fijàtla-iokùtl… coraggio speaker della CNN, ce la potete fare!).
Sul fiume Hudson nell’Oceano Atlantico, sorge New York, da sempre centro propulsore mondiale di cultura, arte e tecnologia. Oltre 47 milioni di turisti ogni anno, americani e non, rimangono incantati dall’atmosfera che unisce realtà e finzione, passato e futuro, modernità e tradizione.
Haiti occupa la parte occidentale di un’isola da sogno, Hispaniola, nel Mar dei Caraibi. Qui Cristoforo Colombo giunse nel 1492 e fondò la prima colonia del Nuovo Mondo. Per gli indigeni Taíno fu l’inizio della fine: in meno di cinquant’anni praticamente scomparvero del tutto, sterminati dalle malattie e dallo sfruttamento dei coloni.
Di questa stagione, in Islanda, il sole sorge pigramente verso le 11 del mattino, per scivolare in mare verso le 16. Poi tutto torna nelle tenebre. Nelle nottate più fortunate il vento solare gioca con la ionosfera e il cielo si colora di verde.
No, niente storie strappalacrime, promesso. Solo che questa settimana andiamo in Perù, uno dei paesi più alti del mondo. Oltre alla presenza dell’imponente cordigliera andina, il territorio comprende una fascia costiera affacciata sul pacifico e la giungla amazzonica all’interno. Viva dunque la biodiversità!
Con Natale alle porte, pensando alla Danimarca vien subito in mente il rosso delle mele caramellate e della giubba di Santa Klaus, il bianco della neve e le mille luci delle città bardate a festa. A meno di una settimana dalla la quindicesima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP 15, http://en.cop15.dk) è però il verde (per niente marcio) il colore dominante associato a questo bel paese e non solo perché tra il 7 e il 18 dicembre la tematica ambientale terrà banco tra i rappresentanti delle Nazioni che partecipano alla conferenza mondiale.
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