Finalisti MArteLive Lazio 2018 – Sezione Fotografia
IL DOPPIO E L’ESSENZA
SINOSSI:
Per Rank la figura del Doppio altro non è se non un “simbolo” dell’amore che l’io prova per se stesso; l’incapacità di amare coincide con uno sviscerato amore «narcisistico per la propria immagine e per il proprio io», con una condizione di egocentrismo, al punto di vedersi anche fuori di sé. Questo «atteggiamento erotico» verso il proprio io è, altresì, possibile solo poiché i sentimenti distruttivi e negativi vengono scaricarti sul perturbante alter ego. Eppure qualcosa in questi Narcisi si oppone all’esclusivo amore per se stessi: il narcisismo viene rimosso o attraverso «la paura e la ripugnanza per la propria immagine», la quale inizia a perseguitare l’io, oppure attraverso «la perdita dell’ombra e del riflesso». Da una parte creare un Doppio significa creare un’immagine del tutto simile all’io corporeo per poter negare la morte ed il pensiero della morte attraverso lo sdoppiamento dell’Io; l’idea della morte per il narcisista diventa sopportabile solo se c’è un altro io che assicura una “seconda vita”. Dall’altra parte distruggere questo Doppio significa padroneggiare la morte. L’omicidio del Doppio/suicidio dell’Io traducono queste dinamiche in una quella catastrofe: l’io ama e apprezza troppo se stesso per potergli nuocere, e così il male che non riesce ad infliggere a sé, lo infligge al suo alter ego, ignaro di starsi, con quell’atto, autocondannandosi ad una morte che risulterà apparentemente indolore, poiché è “un altro” a morire. (cit.) Nelle quattro foto del progetto mostro l’immagine riflessa immobile nonostante il movimento e il passaggio delle onde, l’immagine fotografica bella in sé, lo sguardo che è doppio perche gli occhi sono due, e per cui tutto quello che vediamo non è che un’immagine doppia, e infine la perdita della realtà, del senso forse, ma non la caduta, non la morte.
BIO:
Nata a Melfi in provincia di Potenza il 27 Luglio 1983, mi sono diplomata presso il Liceo Scientifico Brocca di Rionero in Vulture (PZ), laureata in Lingue e culture comparate all’Orientale di Napoli (Inglese, arabo e spagnolo), e specializzata in Forme e tecniche dello spettacolo alla Sapienza di Roma. Nel 2011 ho partecipato alla nota occupazione del Teatro Valle Occupato come responsabile della documentazione di tutti gli eventi, compito piacevole che mi ha aperto la strada al mondo del video, del montaggio e della fotografia: campi nei quali, iniziando per passione, ora lavoro professionalmente da circa sette anni. Per quanto riguarda la fotografia mi occupo principalmente di teatro, danza, di matrimoni, eventi, promozione e shooting. Come operatrice e montatrice video ho collaborato con privati, agenzie di comunicazione e televisioni come Fox, Repubblica tv e la7. Realizzo videoclip musicali e cortometraggi, l’ultimo dei quali “Nessuno mi aveva mai aperto la porta” è stato ufficialmente selezionati al RIFF (Rome Indipendent Film Festival) nel 2016. Attualmente sono regista e autrice teatrale per la compagnia Giacopini/Tomasulo, ora in scena con “Sogliole a piacere” (di cui sono regista e videomaker).
LIFE: DOORS, DIRECTIONS, ROODS
SINOSSI:
Il progetto fotografico cerca di cogliere l’essenza della vita di ogni persona, vissuta nel proprio intimo.
Le fotografie sono pensate come una sorta di crescendo, dove ogni elemento coesiste con l’altro in quanto aggiunge un nuovo tassello.
Si cerca di racchiudere, in questo modo, la vita in sé, dalla storia che è custodita in ogni uomo, da ciò che porta dentro ed impara poi a leggere se stesso, alle scelte che ogni giorno si è chiamati a fare.
BIO:
Dopo aver conseguito il diploma al Liceo Scientifico Scienze Applicate “G.Marconi” di Civitavecchia, si iscrive al corso di Diploma Accademico di I° livello in Arti Multimediali e Tecnologiche, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Con il conseguimento del titolo di Laurea, continua il suo percorso formativo, frequentando attualmente il corso di Diploma di II° livello in Fotografia Editoriale. Ha partecipato alle seguenti mostre collettive: 2018: ECLIPSE, mostra d’arte presso Scuderia Fortezza, Spello; 2018: MEMEnto Internet semper – a cura di Chiara Passa; 2017 e 2016: partecipa all’esposizione fotografica promossa dall’A.U.S.E.R. del Comune di Civitavecchia e condotto dai soci dell’Associazione Cinematografica Civitavecchia B.F.I.
VISUAL STUDIOS
SINOSSI:
Perché, vedi, c’è un limite al guardare.
E il mondo lungamente misurato dallo sguardo
vuol prosperare nell’amore.
Opera della vista è compiuta
compi ora l’opera del cuore
sulle immagini prigioniere in te, perché tu
le hai sopraffatte ma non le conosci ancora.
Rainer Maria Rilke, Svolta.
Mutazioni che hanno alterato il volto e l’anima, creazioni, slancio immaginario, possibilità della perdizione, dell’incontro, della variazione.
Regno della bellezza divergente, inconoscibile.
Territori dilatati, dissonanti, affollati, travolgenti, irregolari.
Figure incomplete, irrisolte, varchi ambigui dove si mette in scena un’enumerazione caotica.
Non più un’armonia ferma, stabile ma un’ibridazione plurale, illimitata.
Ordine o caos?
Immagini in uno spazio smontabile, reversibile e rovesciabile, che si sottrae a ogni tipo di gerarchia.
Linee di connessione che filtrano, reinventano e rimodulano, quindi riscrivono, riallocano e infine risemantizzano.
La fotografia di Roberta abita una visione che si muove tra conferme e illazioni, tra reticenze e deviazioni, dove l’ordine e il caos si sfiorano e si incrociano creando un travolgente visivo fatto di combinazioni e confluenze, di interferenze e interscambi.
Roberta ci invita a partecipare la nascita dell’immagine mutante.
BIO:
Roberta Marsigli nasce a Roma nel 1980.
Dopo il periodo di formazione, lavora come assistente di scenografia.
Entra nel mondo dell’irrealtà per eccellenza, il Teatro e Cinecittà.
Muovendosi tra finzione e realtà, il sentimento verso l’espressione fotografica cresce così come la spinta a definire se stessa.
Si iscrive al Centro Sperimentale di Fotografia Adams dove trova spazio per esprimersi senza censure.
La camera oscura diventa il suo nuovo regno.
Nel 2016 vince il bando per la residenza d’artista presso il CSF Adams e sviluppa il progetto di autoritratto in pellicola “Closer. An Atrocity Exhibition” di cui cura tutte le parti di produzione, dallo scatto alla stampa, passando per lo sviluppo delle pellicole.
A gennaio 2017 la sua prima serie di autoritratti in digitale viene esposta presso il TAG – Tevere Art Gallery di Roma.
Un’opera della serie E.U.R. double exposures, viene scelta dalla Galleria PH21 Gallery di Budapest ed esposta per la collettiva “Scapes” dal 06/04/17 al 01/05/17.
“Closer. An Atrocity Exhibition” viene presentato ad aprile al Prague Photo 2017 presso la Kafka House di Praga.
Successivamente viene esposto a KromArt 2017 (Cartiera Latina – Roma), Italy Taste of Beauty 2017 (festival internazionale di fotografia di Lishui – Cina), We Contemporary Art 2017 (Palazzo Velli – Roma).
Ad aprile 2018 presenta il nuovo lavoro in pellicola “Visual Studies” al Prague Photo 2018 (Clam Gallas Palace – Praga)
A maggio 2018 Closer torna nuovamente in Cina, al CIPAF (China International Photografic Art festival) a Zhengzhou
Due fanzine, il flipbook “Insane Ballet” e la favola noir “Sogni Primaverili”, vengono esposte all’edizione 2018 del Funzilla Fest.
A settembre 2018 “Visual Studies” debutta a Roma presso Cascina Farsetti Art 2018 (Palazzo Velli)
IL CORPO IN MINIATURA
SINOSSI:
“Il corpo in miniatura” è un progetto fotografico che intende esplorare e reinterpretare varie parti del corpo umano, decontestualizzandole ed usandole come scenari per diverse azioni. Ingrandimenti di singole parti del corpo umano divengono scenari per azioni (appunto “in miniatura”).
L’interno di un orecchio femminile si trasforma in una grotta da scavare, l’incavo di una clavicola diventa il bacino di un piccolo lago dove andare a pesca e le labbra un muro da dipingere. Il corpo umano viene reso “altro” da sé e l’esplorazione delle sue parti si emancipa a scoperta nuova e originale.
É un monito ad una riflessione più approfondita sul nostro corpo: l’osservazione di questi scatti conduce in modo spontaneo lo spettatore a percepire l’esigenza di soffermarsi su sé stesso, non per un senso di vanità o ripudio (sentimenti con cui siamo soliti guardare i nostri corpi), ma per una rinnovata volontà di genuina e consapevole scoperta.
Matteo Pappalardo è un ragazzo di 22 anni che attualmente abita a Roma. Fin dai tempi del liceo si è appassionato alla fotografia grazie alla spinta di suo nonno Alberto. Questo lo ha portato, una volta diplomato, ad intraprendere il corso triennale di Arti Multimediali e Tecnologiche all’Accademia di Belle Arti di Roma, presso la quale si è laureato lo scorso Aprile
SINOSSI:
Una reinterpretazione notturna dei monumenti di Roma e non solo. Frutto di attenti, pazienti e calcolati ‘one shot’, come il caldo e bilanciato amalgama cromatico dei riflessi nel Tevere, che assurgono a protagonisti rispetto a S. Pietro e Ponte S. Angelo sullo sfondo; la geometrica inquadratura con scatto notturno di S.Pietro, con i ‘terreni sanpietrini’ e i lampioni laterali geometricamente colti a testimoni del cammino e che ne ripartiscono lo spazio scenico; la notturna di un possente e isolato Palazzo di Giustizia, illuminato sì, ma ‘recintato fuori’ rispetto al mondo circostante; il Ponte con la sua originale prospettiva e cromaticità ai limiti della deformazione verso un gigantesco insetto che avanza, frutto di una paziente osservazione; la Piramide Cestia e Porta S. Paolo, illuminate e poi sfiorate da calde e lineari luci terrene, sovrastate dall’intermittenza di due ‘luci filanti’ che ne fanno da quadro e da indicazione verso la luce di piccoli lampioncini posti sullo sfondo.
BIO:
Originario di Augusta in Sicilia, Marco La Ferla si è trasferito a Roma dove ha conseguito la laurea in Ingegneria Elettronica, senza abbandonare mai la grande passione per la fotografia. Passione coltivata da lunghi anni, che si è evoluta assieme alle macchine fotografiche dell’artista, dalla prima compatta alla Polaroid, dalla reflex Zenit a pellicola alla fedele Reflex digitale Canon.
Approfondendo sempre lo studio delle tecniche fotografiche e sperimentando gli stili più diversi, Marco La Ferla mira cogliere attraverso un solo scatto, un solo fotogramma l’anima di una storia catturata in un istante.
NEPAL, PERSONE E FEDE
SINOSSI:
Viaggio fotografico fra le persone, in mezzo ai villaggi vivendo con loro. Il Nepal è un paese meraviglioso, pieno di colori ed espressioni che ho provato a catturare quasi per gioco, ma che scatto dopo scatto mi rendevo conto non rimanevano statiche su una fotografia, sembravano continuare a muoversi. Da quel viaggio ho deciso di continuare a fotografare, continuando a farlo con lo stesso spirito con cui avevo iniziato, per gioco.
DEEP BREATH
SINOSSI:Trattenere il respiro. Immergersi in un’emozione che ci travolge e fluisce su di noi.
Queste 4 immagini fanno parte del progetto “Deep Breath” composto in totale di 7 scatti, in seguito animati per rendere l’immersione più reale.
Gli scatti sono stati realizzati interamente al buio in studio, mediante degli oggetti lu- minosi, con la tecnica delle lunghe esposizioni. Non sono stati utilizzati alcun tipo di programmi di fotoritocco e simili. Immagini puramente fotografiche.
BIO:
Nata a Roma nel 10/06/1992, è principalmente una Graphic Designer, poi evoluta come Fotografa in- iziando da autodidatta, integrandosi nel concetto di Visual Designer.
Si piace definire Artista Poliedrica, sperimenta continuamente tecniche nuove in tutti i campi ( dal riciclo creativo alla pittura, etc ).
Il suo tratto distintivo è assolutamente il colore in tutte le sue sfumature, applicandoli nei suoi lavori. Quando scoprì, attraverso le foto “Disegni di luce di Picasso” di Gjon Mili, la tecnica del light painting fu colpita da una scintilla interiore, capendo che quella sarebbe stata la sua strada, la via di uscita da tutto quel grigiore e monotonia che aveva intorno.
– Rome Rappresentative per Light Painting World Alliance
– Attualmente lavora come freelance con il nome di KeirArt.PURITY N°1
SINOSSI:
Proseguiamo il cammino verso l’essenza del prodotto della macchina fotografica. L’elemento rilevante è l’ombra, la silhouette; è la riproduzione più naturale che una persona possa fare di se stessa. In questo modo eliminiamo la dimensione di profondità del soggetto, e di conseguenza ogni sua conoscenza, convenzione, relazione con la storia. Cadiamo in un mondo non tangibile, ma raffigurabile, annulliamo tutto, anche il culto della memoria, (l’unico valore di devozione derivante dalla fotografia secondo Walter Benjamin, che risiede appunto nel ricordo del soggetto) ma non la sua esistenza. Tutto ciò per arrivare al noema della fotografia, l’ambizone è quella di rendere lo spettatore la figura più importante nel trittico: artista-soggetto-spettatore, rendendo la sua fruizione con le opere più pura e spontanea possibile. L’intenzione dell’artista è ancora presente nell’immagine, ma con lo scopo di farla eclissare, ecco che la casualità, la bassa qualità o lo sfocato in un immagine prendono valore, invece che essere elemento di disturbo, e possono diventare il perno creativo/ricettivo di un immagine fotografica.
TOTAL STRANGERS
SINOSSI:Questo progetto si ispira alla poesia dell’autore inglese John Keats “Fantasy”. L’intenzione è di trasportare lo spettatore in una dimensione onirica da parte della protagonista, che riproduce tramite la sua fantasia una figura, esteticamente umana, ma non capace di trasmettere emozioni, sono due perfetti sconosciuti.
BIO:
Giovanna Scozzese nasce ad Avellino nel 1997. Nel 2016 consegue il diploma in grafica pubblicitaria presso il “Liceo Artistico P.A. De Luca”, iscrivendosi successivamente all’accedemia Rufa (Rome University Of Fine Arts), dove attualmente frequenta l’ultimo anno di fotografia. L’interesse per la fotografia nasce dalla voglia di scoprire i dettagli che ci perseguitano ogni giorno, dalla voglia di creare non solo qualcosa di statico ma di dare forma all’immagine anche nel movimento.
FRANCESCA BOLLA
NOCE
SINOSSI:Ogni tua linea, da vicino, io la riconosco, la sento vivere. Ogni parte di te è il mio Sud.Ho sempre pensato che fossi un noce, un albero forte ma pieno di nodi, non solo per il noceto a cui sei legato, ma anche per come sei aggrovigliato e resistente.
E se tu sei la mia origine, papà, io sono il tuo frutto, la tua noce.
Il progetto “Noce” si compone di nove fotografie in bianco e nero realizzate tra il 2015 e il 2017. Nel corso degli anni ha subito diversi “mutamenti” fino a raggiungere la forma attuale.
BIO:
Nasco a Roma nel 1987 e inizio a fotografare nel 2007, durante un viaggio che compio da sola a Venezia con una Kodak usa e getta. Dal 2014 al 2016, dopo avere lasciato gli studi di medicina, studio fotografia presso il CSF Adams e da allora inizio a lavorare nel mondo del teatro come fotografa di scena (da due anni sono la fotografa ufficiale del Teatro Eliseo). Ho al mio attivo i seguenti progetti personali: “Con Voi” (reportage fotografico su il Teatro Patologico), “Riflessioni” (progetto multidisciplinare di fotografia e poesia), “Ritratti senza volto”, “La mia casa mangia luce” e “Noce”. Studio teatro dall’età di tre anni e nel 2016 ho conseguito il diploma in Arte Drammatica presso Teatro Azione.
ETERNO RITORNO
SINOSSI:“È ritrovata
Che cosa? L’Eternità.
È il mare dileguato
Col sole.”
-A.Rimbaud
Vorrei poter afferrare l’anima del mondo.
Prima delle tenebre, nel momento in cui gli ultimi raggi del sole toccano la terra, il mare scopre l’attimo.
BIO:
Emanuela Ambrosino, fotografa autodidatta, nata a Roma il 3 luglio 1997. Studentessa di filosofia presso la Sapienza, Roma.
SPRING
SINOSSI:Cinque donne diverse, cinque storie diverse e cinque fiori diversi. Ho chiesto ad alcune donne di raccontarmi la loro esperienza di abusi subiti nel corso della loro vita. Per raccontare il tipo di abuso ho voluto usare i fiori, da sempre associati alla figura femminile. Simbolo di fragilità ma allo stesso tempo di forza e vitalità. Quattro donne con quattro tipi di violenza: violenza psicologica, violenza religiosa, violenza economica e violenza fisica. Personalità forti che hanno deciso di affrontare la macchina fotografica per denunciare una realtà che non può più continuare ad esistere.
BIO:
Chiara nasce a Roma il 6 agosto del 1993. Dopo aver conseguito la maturità Artistica nel 2013, si iscrive presso la Rome University Of Fine Arts (RUFA), alla facoltà di Fotografia e si laurea con il massimo dei voti. Nel 2016 espone presso il Dodici Pose e successivamente presso l’evento Zip Zone al MACRO di Testaccio (Roma). Nel 2017 partecipa alle mostre: “IL MIO SGUARDO” – MICRO (Roma), “MATRICE” – Rufa Space (Roma) e poi “SPACE OF COLORS” con la collettiva b[2] – Spazio Benaco 1B (Roma). Nello stesso anno un suo video, dal titolo “IL VENTO COME IL TEMPO”, viene selezionato per partecipare a “SCREENING” nell’evento Live Cinema Festival – MACRO di Via Nizza (Roma), espone al TAG Tevere Art Gallery (Roma) con “BEFORE SEX”, nella mostra “GLITCH ART” sempre al MACRO di Via Nizza (Roma) e con un suo video partecipa all’evento “WALKING THROUGH” – Rufa Space (Roma). Nel 2018 comincia un Master di Fotografia presso la Raffles Milano, in cui incontra figure di spicco come Matthias Harder Giovanni Gastel e Ferdinando Scianna. Nello stesso anno, a seguito del workshop con Erik Kessels, espone con una collettiva in “THE EMBARASSING SHOW” – O’ gallery (Milano), curata dello stesso.
IN A DREAM…
SINOSSI:BIO: