Il progetto fotografico cerca di cogliere l’essenza della vita di ogni persona, vissuta nel proprio intimo.
Le fotografie sono pensate come una sorta di crescendo, dove ogni elemento coesiste con l’altro in quanto aggiunge un nuovo tassello.
Si cerca di racchiudere, in questo modo, la vita in sé, dalla storia che è custodita in ogni uomo, da ciò che porta dentro ed impara poi a leggere se stesso, alle scelte che ogni giorno si è chiamati a fare.
Mutazioni che hanno alterato il volto e l’anima, creazioni, slancio immaginario, possibilità della perdizione, dell’incontro, della variazione.
Regno della bellezza divergente, inconoscibile.
Territori dilatati, dissonanti, affollati, travolgenti, irregolari.
Figure incomplete, irrisolte, varchi ambigui dove si mette in scena un’enumerazione caotica.
Non più un’armonia ferma, stabile ma un’ibridazione plurale, illimitata.
Ordine o caos?
Immagini in uno spazio smontabile, reversibile e rovesciabile, che si sottrae a ogni tipo di gerarchia.
Linee di connessione che filtrano, reinventano e rimodulano, quindi riscrivono, riallocano e infine risemantizzano.
La fotografia di Roberta abita una visione che si muove tra conferme e illazioni, tra reticenze e deviazioni, dove l’ordine e il caos si sfiorano e si incrociano creando un travolgente visivo fatto di combinazioni e confluenze, di interferenze e interscambi.
Roberta ci invita a partecipare la nascita dell’immagine mutante.
SINOSSI:
“Il corpo in miniatura” è un progetto fotografico che intende esplorare e reinterpretare varie parti del corpo umano, decontestualizzandole ed usandole come scenari per diverse azioni. Ingrandimenti di singole parti del corpo umano divengono scenari per azioni (appunto “in miniatura”).
L’interno di un orecchio femminile si trasforma in una grotta da scavare, l’incavo di una clavicola diventa il bacino di un piccolo lago dove andare a pesca e le labbra un muro da dipingere. Il corpo umano viene reso “altro” da sé e l’esplorazione delle sue parti si emancipa a scoperta nuova e originale.
É un monito ad una riflessione più approfondita sul nostro corpo: l’osservazione di questi scatti conduce in modo spontaneo lo spettatore a percepire l’esigenza di soffermarsi su sé stesso, non per un senso di vanità o ripudio (sentimenti con cui siamo soliti guardare i nostri corpi), ma per una rinnovata volontà di genuina e consapevole scoperta.
Matteo Pappalardo è un ragazzo di 22 anni che attualmente abita a Roma. Fin dai tempi del liceo si è appassionato alla fotografia grazie alla spinta di suo nonno Alberto. Questo lo ha portato, una volta diplomato, ad intraprendere il corso triennale di Arti Multimediali e Tecnologiche all’Accademia di Belle Arti di Roma, presso la quale si è laureato lo scorso Aprile
Originario di Augusta in Sicilia, Marco La Ferla si è trasferito a Roma dove ha conseguito la laurea in Ingegneria Elettronica, senza abbandonare mai la grande passione per la fotografia. Passione coltivata da lunghi anni, che si è evoluta assieme alle macchine fotografiche dell’artista, dalla prima compatta alla Polaroid, dalla reflex Zenit a pellicola alla fedele Reflex digitale Canon.
Approfondendo sempre lo studio delle tecniche fotografiche e sperimentando gli stili più diversi, Marco La Ferla mira cogliere attraverso un solo scatto, un solo fotogramma l’anima di una storia catturata in un istante.
Queste 4 immagini fanno parte del progetto “Deep Breath” composto in totale di 7 scatti, in seguito animati per rendere l’immersione più reale.
Gli scatti sono stati realizzati interamente al buio in studio, mediante degli oggetti lu- minosi, con la tecnica delle lunghe esposizioni. Non sono stati utilizzati alcun tipo di programmi di fotoritocco e simili. Immagini puramente fotografiche.
Si piace definire Artista Poliedrica, sperimenta continuamente tecniche nuove in tutti i campi ( dal riciclo creativo alla pittura, etc ).
Il suo tratto distintivo è assolutamente il colore in tutte le sue sfumature, applicandoli nei suoi lavori. Quando scoprì, attraverso le foto “Disegni di luce di Picasso” di Gjon Mili, la tecnica del light painting fu colpita da una scintilla interiore, capendo che quella sarebbe stata la sua strada, la via di uscita da tutto quel grigiore e monotonia che aveva intorno.
– Rome Rappresentative per Light Painting World Alliance
– Attualmente lavora come freelance con il nome di KeirArt.“È ritrovata
Che cosa? L’Eternità.
È il mare dileguato
Col sole.”
-A.Rimbaud
Vorrei poter afferrare l’anima del mondo.
Prima delle tenebre, nel momento in cui gli ultimi raggi del sole toccano la terra, il mare scopre l’attimo.
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