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Finalisti MArteLive Lazio 2018 – Sezione Pittura


Viviana Quattrini

FIORI

Viviana quattrini fiori

Nelle sue opere Viviana Quattrini indaga la natura, nella complessità e molteplicità delle sue forme e specie. Dalla sua acuta percezione, fugace e transitoria della vita, sviluppa composizioni (i fiori sono i protagonisti e contemporaneamente metafora di bellezza, leggerezza ma anche del peso della tradizionale e secentesca Vanitas) che si espandono lungo ideali traiettorie in cui la rappresentazione fuori da ogni contesto si va smaterializzando perdendo di consistenza e peso. Relazioni e interazioni reali o immaginarie si stabiliscono poi tra l’uomo, il mondo animale e vegetale in una sorta di immaginaria metamorfosi o simbiosi in cui gli elementi si compenetrano a formare suggestive immagini a più livelli. Le sue figure ritornano in questo modo ad un originario e ideale Eden trovando nella natura oltre che un rifugio dalla schizofrenica avidità e immaterialità del presente, anche un rapporto più connaturato e autentico con la terra.


BIO:
Nata a Roma nel 1982, Viviana, è attratta dalla scrittura e dalla pittura, con risultati e riconoscimenti incoraggianti. La prosecuzione degli studi ha ulteriormente evidenziato le inclinazioni per l’arte e la sua storia, culminando con la laurea in storia dell’arte contemporanea. Ha affiancato allo studio delle tecniche pittoriche e scultoree il lavoro come critica d’arte e curatrice prestando attenzione al contemporaneo e operando per la promozione e valorizzazione degli artisti emergenti. Le sue opere sono pubblicate sul catalogo Tracing the footprint of Marco Polo e la rivista n. 5-6 di Eventi Culturali. Con due opere è nella collezione del museo di Hangzhou in Cina. Tra il 2006 e il 2017 ha esposto in diverse gallerie e musei italiani tra cui: il Conservatorio Ottorino Respighi (Latina), Museo Leonardino (Vinci), Museo del Vetro (Empoli), Fortezza del Basso (Firenze), Tornatora Art Gallery (Roma), Palazzo Doria Pamphilj (Valmontone), Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia), Galleria l’Angioletto (Pescocostanzo) e Galleria l’Angelo Azzurro (Roma).
Tiziana Rinaldi Giacometti

TO BE / QUESTION MARK

question mark what s the future tiziana rinaldi giacometti


Il lavoro dell’artista esprime emozioni, ricordi, sensazioni. Vuole essere un punto di riflessione legato alla continua ricerca di esperienze di vita e vicende quotidiane. Affronta temi sociali e individuali. Dalla politica alle esperienze personali. Influenzata non solo dalle proprie sensazioni ed emozioni, ma anche dalle letture di testi di filosofia, estetica e psicologia. Crede fermamente che viviamo in una società sempre più standardizzata dove si sta perdendo personalità e memoria. Gli artisti che l’hanno influenzata di più sono: Rothko per la superficie pittorica e la spiritualità che le sue opere emanano; Bill Viola per il suo riferimento alla condizione umana ed infine Rauschenberg per l’inserimento di oggetti quotidiani all’interno dell’opera pittorica.Durante i suoi studi si è interessata ai vari linguaggi ed espressioni artistiche, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al video, dalle installazioni alle videoinstallazioni. La sua ricerca non è focalizzata solo su una forma espressiva, ma segue un modo e una visione che lei ha del mondo. Secondo l’idea che ha in mente, utilizza il materiale o la tecnica espressiva più adeguata. Nelle sue opere cerca sempre un coinvolgimento dell’osservatore emotivo o fisico che sia.

L’opera, To Be, vuol dire essere, sentire, ricordare, esprimere emozioni e sensazioni: fili colorati che scendono dalla tela verso lo spettatore e si aggrovigliano, avvolgono la vita, ci seguono su ogni strada e percorso che scegliamo, nel lungo viaggio bianco verso il nero della morte, attraverso il rosso delle passioni.

Tra le mostre più recenti, ricordiamo: Essere la Luce, Museo d’arte dello Splendore, Giulianova (Te) 2016; La vieen roses (Macro, Roma, 2015); MAAM Festa di priMAAMvera, a cura di Giorgio de Finis (Roma, 2015); Artisticamente Teatro dei Dioscuri al Quirinale (Roma, 2015); Arte&Co Madre Terra a cura di Lara Caccia (Pizzo, Vibo Valentia, 2015); Donna uguale e diversa, rassegna video a cura di FestArte (Roma, 2015); Rassegna Internazionale della Creazione artistica (Varsavia, 2014); Fotografare, a cura di M. Castelnuovo (Roma, 2014); Tiny Biennale (Roma, 2014); Extra-moenia (Genazzano, 2013);  Dalla monnezza alla bellezza, quando il riciclo diventa arte (Camigliano,Caserta, 2013).

Tra le personali più recenti, ricordiamo:  Luoghi non luoghi, a cura M. Castelnuovo (Cerveteri, 2017); Percezioni di Vita a cura di M. Castelnuovo e M. Luppoli (Officine Farneto,Roma, 2016); Blue Underwater, Il flusso del tempo e la percezione della vita, a cura di M. Castelnuovo (Roma, 2016); Disconnected dreams. Anime sospese, a cura di M. Castelnuovo (Roma, 2014); Labmusic, Painting by Tiziana Rinaldi, a cura di I. Raso (Roma, 2013).

Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti: finalista al Premio Nazionale delle Arti 2008 (Roma, 2008-2009); al Premio Catel 2012. La pittura a Roma dal futurismo ai nostri giorni (Roma, 2012) e al festival di Videoarte, documentari e corti: Roma: i colori del mondo. È stata vincitrice del Premio Internazionale Limen Arte 2013, sezione promesse Giovani Artisti Italiani (Vibo Valentia, 2013-2014); ed è stata selezionata tra i cento semifinalisti del Premio Arte della Cairo Editore (2018).


BIO:
Tiziana Rinaldi Giacometti nasce a Roma nel 1981. Nel 2013 consegue la laurea magistrale in pittura con lode presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. È stata assistente di laboratorio e in seguito cultore della materia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2017 ha collaborato come assistente di Walid Raad per conto della Fondazione “Volume”. Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all’estero. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti: e stata vincitrice del Premio Internazionale Limen Arte 2013, sezione promesse Giovani Artisti Italiani (Vibo Valentia, 2013-2014); Ha realizzato un’opera di street art per il MAAM di Roma, ha partecipato ad un’opera collettiva in esposizione permanente alla Cittadellarte-Fondazione Pistoletto a Biella, una sua opera fa parte della collezione pubblica del Museo di Arte Contemporanea Limen di Vibo Valentia ed un’altra è esposta in permanenza presso la Chiesa della Sacra Famiglia a Nutley (New Jersey, U.S.A.). Attualmente vive e lavora a Cerveteri.
Stefano Maria Girardi

.MOW

MOW Stefano Maria Girardi

.MOW. Acronimo di Masters Of War preceduto dal punto, che viene utilizzato per le estensioni dei formati video (in questo caso il richiamo è al formato .mov). Attraverso l’utilizzo della tecnica di addizione e sottrazione di materiali come carta stampata, foglia d’oro e acrilico, l’opera mostra un personaggio che al suo interno racchiude i ritratti di quelli che per l’artista sono alcuni dei signori della guerra. Attraverso l’utilizzo della realtà aumentata, l’opera viene svelata nel suo percorso, per comprenderne il processo creativo che l’artista rivela a se stesso a agli altri, documentando l’effimero passaggio che lo porterà a comprendere quel momento in cui l’opera può definirsi conclusa.


BIO:
Stefano Maria Girardi è nato a Roma nel 1982. Ha conseguito il diploma di maturità presso la scuola d’arte “Di Ripetta” di Roma. Successivamente, ha frequentato l’Università di Belle Arti di Roma (RUFA), l’Accademia del design e della tecnologia di Roma “Pantheon” e la Scuola dell’Arte della Medagliatura di Roma.

Vive a Roma, dove lavora come pittore. Il suo lavoro si concentra sul concetto di addizione e sottrazione e come il processo creativo documenta il momento in cui l’opera d’arte può essere considerata finita. La sua formazione e la sua esperienza lo hanno portato a unire discipline umanistiche, con le nuove tecnologie. Vive a Roma, dove lavora come pittore, illustratore e grafico.

Silvia Struglia

NUDE / VITAMIN C

VItamin C CAN Silvia Struglia

 


Qui presenta Nude dei Radiohead e Vitamin C dei CAN, brani musicali a cui è molto legata. L’ascolto e la composizione dell’opera avvengono in maniera simultanea, per tutelare l’autenticità delle impressioni che dagli occhi e dai timpani si incanalano per esprimersi e aprirsi in getti di colore. Queste opere appartengono ad una serie di dipinti realizzati ascoltando musica, tentando di riprodurla su carta. L’idea, è quella di creare una sorta di “istantanee di una storia”. Il suo scopo è quello di bloccare le impressioni prime, le percezioni, le sensazioni, che prova ascoltando/osservando lo sviluppo della trama sulla carta, un materiale immediato e fragile, e con quel che di effimero che contraddistingue gli attimi. Il prodotto finale deve essere il più spontaneo e vero possibile, la sua guida è una sorta di inconscio consapevole.


BIO:
Il suo approccio alla pittura, la sintesi emozionale a cui tende la sua ricerca, il tipo di rappresentazione quasi impulsiva, nascono da un’urgenza di verità e sentimento autentici e di ricerca dell’essenza. La sua è un’urgenza personale, non nata da studi accademici inerenti al mondo dell’arte, in quanto, proviene da un emisfero diverso: si è laureata in Ingegneria edile-Architettura. Il bisogno di dipingere, ma ancor più di condividere ciò che produce, è relativamente recente e nasce da esperienze e momenti vissuti, che hanno cambiato la sua vita. Ad ogni modo, è fermamente convinta che, alle volte, le discipline si fondano e si completino a vicenda, rispondendo l’una ai quesiti dell’altra. Spesso fatica a scindere, così come fa fatica a dipingere senza ascoltare la musica. La sua indagine ha trovato modo di esprimersi già in qualche mostra collettiva e personale, in particolare presso la galleria Spazio Ginko di Roma.

Sara Conte

SARA CONTEJPG

BIO:
Sara Conte è un’artista emergente classe 1996. Consegue il diploma in arti figurative presso il Liceo Artistico Enzo Rossi di Roma – sezione pittura, specializzandosi in affresco, arti musive e vetrata. Nel corso degli ultimi due anni ha anche avuto modo di sperimentare la tecnica della serigrafia e stampa, ha partecipato a seminari di arte digitale lavorando su copertine e poster pubblicitari in contemporanea alla realizzazione di tre mostre personali e alla partecipazione di cinque mostre collettive. La sua carriera artistica inizia nel 2015 dopo aver vinto il primo premio I CON/I CAN indetto dal circuito AMACI per la XI giornata del contemporaneo. 

Nell’estate del 2017 riceve l’opportunità di partecipare all’Artist in residence di Monaco (Germania). Il suo percorso artistico, nasce dal bisogno di una costante e continua ricerca introspettiva che, in seguito al soggiorno a Monaco, diventerà necessità di riuscire a interpretare la propria percezione sensoriale del mondo circostante e dei miti del nostro tempo. La sua arte si è così evoluta in uno stile pittorico contemporaneo caratterizzato da un forte simbolismo; le composizioni geometriche sono dettate da un armoniosa simmetria. Il soggetto principale delle sue opere è il colore analizzato e interpretato in tutte le sue sfaccettature.

Marta Quercioli

SUB-LIMEN / KENTRON / W(HAT) W(E) W(ERE) 


Marta Quercioli Kéntron 2018


Afferiscono ad un progetto, ancora in corso, nato da una riflessione sul concetto di “essere”, inteso come esistere in uno spazio fisico. Co-esistere, esperire il proprio confine quando si relaziona con il margine dell’altro. La componente geometrica, in principio prettamente compositiva, affiora per definire lo spazio – la linea di confine entro cui il corpo è chiamato a vivere. Lasciandosi governare o armonizzandosi ai contorni precostituiti, l’elemento umano viene chiamato a misurarsi con il puramente concettuale, riscoprendo il proprio peso in relazione a ciò che gli è estraneo, ciò che segna una differenza esistenziale tra vivo e inanimato, corpo e idea. Seguendo i contorni di ciò che divide, quindi definisce, i singoli soggetti, con la subliminale aspettativa che l’immobilità del momento, perché calata in uno spazio paradossalmente delimitato ma irreale, quindi privo di limiti, sia sempre prossima al suo punto di frattura, colma di tutta l’energia potenziale che può racchiudere prima di proseguire lungo le infinite possibilità dei percorsi non ancora tracciati.

BIO:
Marta Quercioli nasce a Roma nel 1989. Ha frequentato il Liceo Classico Plauto di Roma e la facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali della Sapienza. Nel 2015 ha conseguito con lode il Diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Ha esposto in diverse sedi quali Palazzo Sardi a Sulmona, l’Accademia di Romania, l’Ambasciata della Repubblica Araba d’Egitto, il Pio sodalizio dei Piceni e l’Accademia Nazionale di Danza a Roma. Nel 2017 ha collaborato con Michael Lin alla realizzazione delle due opere site-specific per la mostra Enjoy, l’Arte Incontra il Divertimento, presso il Chiostro del Bramante. Parallelamente si dedica alla curatela e all’insegnamento privato di disegno e pittura. La sua ricerca artistica, si fonda su una duplice indagine compositiva e concettuale influenzata dalla sua formazione umanistico – scientifica. Da una parte lo studio rigoroso della geometria per la costruzione dell’equilibrio; dall’altro indaga il rapporto e l’influenza delle forme nella sfera ricettiva, al fine di ricreare le connessioni antropologiche, culturali, spirituali e neuronali che influenzano, veicolano e manipolano la percezione
Marco Cioffi

N1 – SERIE SINAPSI


N 1 serie Sinapsi marco cioffi

L’opera fa parte del progetto di trasposizione della poesia inedita La quintessenza della segale cornuta. La poesia è dedicata alle facoltà neurologiche che si sviluppano in alcuni stati alterati di coscienza indotti.  La “decodifica” del contenuto esperienziale dei versi poetici è realizzata su diverse tele indipendenti l’una dall’altra, ed avviene attraverso un astrattismo gestuale, per un espressionismo informale.

BIO:
Nel 1999, dopo il diploma in Chimica Industriale, inizia a lavorare, da autodidatta, come grafico per il web a Potenza. Nel 2000, si trasferisce a Roma dove studia musica elettronica all’Università della Musica, prosegue al Saint Louis College of Music e, infine, presso la Scuola Popolare di Musica di Testaccio. Ha realizzato installazioni, mostre, esposizioni e performance presso: Museo Laboratorio di Arte Contemporanea (MLAC), Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz (MAAM), Rome Art Week 2017, Festival RADICA, Rialto Sant’Ambrogio, Ex Lavanderia, Ex Cinema Colorado, ecc. Alcune sue composizioni di musica elettronica sperimentale, utilizzate nelle installazioni, sono conservate presso il Sound Art Museum di Roma. Ha partecipato a mostre collettive nazionali ed internazionali. Ha fondato il collettivo Poets in Action, fa parte dell’associazione Urban Arts Project, del collettivo Irragionevole e della comunità artistica Pinacci Nostri. È socio dell’Accademia Internazionale di Arte Moderna. Dalla sua costante ricerca personale nasce l’incontro con la sperimentazione artistica. Il punto cardine delle sue creazioni su tela è partire dalla poesia, per arrivare alla pittura. Superare i confini della descrizione scritta per varcare quelli della rappresentazione visivo-spaziale, informale ed astratta. ​Ha pubblicato cinque libri di poesie: Poesie erotiche sbattute nero su bianco (Brè Edizioni – 2018), Agonie della civiltà (AUGH! Edizioni – 2017), Di versi animali. Sotto gli occhi distratti del mondo (Simple Edizioni – 2015), Traslucide oscurità ed altre dimore tenebrose (Simple Edizioni – 2014) e Tra mente e cuore (Simple Edizioni – 2014).
Luca Di Terlizzi

I MAGICI LABIRINTI NEGLI ALBERI

I magici labirinti negli alberi luca di terlizzi

In una valle
incandescente
sconosciuta cadiamo
bruciamo
sotto lo sguardo
scompariamo – sotto gli occhi
d’un bambino
che gioca a nascondino
Come foglie rosse
in caduta
è come una cascata muta
in autunno
tra i magici labirinti negli alberi.

L’opera fa parte della serie Clado (ramificazione madre). Ha come base di ricerca la natura e l’origine in tutte le sue sfaccettature. È un’analisi sull’ambiente che ci circonda e sull’importanza di vivere in stretto contatto con gli alberi ed il verde. La serie Clado oltre alla rappresentazione dell’entanglement, alla correlazione di sistemi legati tra di loro e dell’intreccio vitale (rappresentato dai rami) vuole esprimere una riflessione rivolta alla vita, alle ore che passano, ai passi che facciamo ogni giorno nei magici labirinti del dono della vita. Un invito a perdersi nei boschi, per poi ritrovarsi.

BIO:
Luca di Terlizzi è nato a Tivoli il 17/04/1998. Ha frequentato il liceo artistico di Tivoli e poi si è specializzato in design industriale. Ha seguito diversi laboratori come quello di ebanisteria, serigrafia e tecniche dell’incisone (acquaforte, puntasecca e l’acquatinta). Nel 2015 ha partecipato al Festival Arti e Mestieri di Tivoli e alle mostre collettive: Anima e Tempo presso la galleria Flyer di Roma e ARTPRO presso Studio Carapostol a San Donà della Pive. Nel 2016 ha preso parte alla mostra collettiva 20 x 20 a Caltagirone presso la galleria Mansourcing ed ha curato la rassegna Una Classica Giornata presso il Teatro Giuseppetti (Tivoli). Nel 2015 ha progettato e decorato l’interno dello studio dentistico fratelli Benedetti (Tivoli), ed ha pubblicato la sua raccolta di poesie Stati d’animo, tu come ti senti?. Nel 2018 è stato invitato al festival Arsoli Scarti di Strada e ha iniziato a frequentare il corso di scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma.
Laura Capriglia

IMMOBILE / DON’T BE AFRAID / I NEED YOUR HELP


Dont be afraid laura capriglia

Immobile, in un istante di labile tranquillità, nell’illusione che qualcosa sia possibile, che la cecità si dissolva e le mostri con chiarezza la realtà. Ma il tempo scorre e lei, in transito e inerme, contempla. Tra consapevolezza e impotenza, tra libertà e proibizioni, questa donna è catturata in un frammento di tempo in cui la sua condizione non le permette di agire, simbolo non solo di un popolo oppresso, ma di tutti coloro ai quali vengono negati i diritti a causa della gerarchia sociale.

Queste opere sono state create con lo scopo di risaltare l’espressività dei soggetti rappresentati, come se il velo fosse il mezzo per potersi proteggere e il viso rispecchiasse lo stato d’animo della persona.

BIO:
Laura Capriglia nasce il 15/11/1997 a Roma, dove attualmente studia e lavora. Frequenta il terzo anno del corso di I livello in Pittura alla Rome University of Fine Arts dal 2016. Dall’inizio di questo percorso ha partecipato a svariati workshop tra cui: nell’ottobre del 2016 Dispositivo Forma Corpo (DFC); nell’ottobre del 2017 al workshop presso la Biennale di Venezia; nel maggio del 2018 presso l’Opificio della Rosa: Xilografia policroma, in cui ha partecipato alla performance The Party Wall al MACRO in collaborazione con l’artista Corinne Mazzoli. Ha collaborato al libro “Formello mio tu c’hai…” di Silvana Barocco attraverso la realizzazione di alcune fotografie. Ha vinto il primo premio al concorso San Michele e l’Arte nella città di Montopoli di Sabina partecipando all’annessa mostra collettiva di pittura.
Ivo Cotani

RITUALE


ivo cotani

Potremmo chiedere direttamente ai quattro personaggi di Rituale.

  • Cosa state facendo?

«Io danzo! Io combatto! Io gioco! Io proteggo!»

  • E dove siete?

«Siamo a metà tra l’immaginazione e una materia di colori acrilici e spray, siam fatti in gran parte di carbone e archetipo»

  • Perché siete proprio lì, su quella superficie?

«Prima di tutto perché ci hai dipinti, seconda cosa avremmo voluto almeno una spazio triplo rispetto a questo, ci sta un po’; stretto, ma comprendiamo le problematiche della grandezza e quindi ti scusiamo per questa volta. E soprattutto siamo qui per mostrare quello che non volete mai vedere e continuamente nascondete anche se ve lo schiaffano in faccia tutti i giorni i mass media».

  • E che cos’è?

«Il tremendo amore per la guerra che coltivate in segreto, violento, violentissimo, lo avete tutti nessuno escluso, ma non volete mai guardarci dentro neppure una volta! Preferite riempirvi la bocca di perbenismi, di assistenzialismi e pacifismi. Vi credete puri, morali e giusti continuando a mettere la testa sottoterra! […]»

  • Eppure non mi sembrate così violenti come dite! Non siete neppure intenti a uccidere, e non fate paura a nessuno, ecco l’ho detto, e ora però non vi offendete…

“[…] hai uno sguardo sincero, infatti non siamo violenti mostriamo un altro punto di vista della guerra e delle armi, un modo di vedere più antico che avete dimenticato, insieme all’odore del ferro e dei metalli…non sapete più cosa sia il rituale e la festa»

-Si, a parte le feste, il bando mi richiede una descrizione dell’opera, e non so cosa scrivere …

«È inutile che tenti perché è impossibile descrivere un’opera, altrimenti non l’avresti neanche creata, avresti preso carta e penna e ti saresti messo a scrivere un bel testo didascalico. Cosa c’è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo. Direbbe Giulietta a te, oh, Romeo. E quindi difronte a ciò che è, è meglio stare zitti oppure come stiamo facendo insieme tentare l’impossibile e lottare contro le parole cercando di esprimere l’al di là del linguaggio. L’unica buona critica è quella fatta da poeti e scrittori»

  • Sapete ho una curiosità che volevo chiedervi da prima, ma cosa sono gli strani cappelli o elmi che portate in testa? Sembrate dei galli o degli uccellacci!

«Son maschere e copricapi, li utilizziamo per vezzo, ci piace adornarci. E tu perché vai dal barbiere a tagliarti i capelli o ti vesti in un certo modo tanto particolare? Per lo stesso motivo per cui fate la guerra: sono vezzi. L’unica vera differenza è che noi li scegliamo e voi fingete di subirli. Perciò date tutta questa importanza alla guerra, non sapete giocarci e neppure danzare con le armi che costruite, eppure sarebbe così facile dare sensi e direzioni propri, a ciò che vi circonda. Dovreste dare un’occhiata alla “Fontana” di Duchamp, perché stando alla situazione attuale in cui vi trovate non avete capito nulla delle sue operazioni artistiche, continuate a credere che sia un cesso rovesciato. E noi a nostro modo vi raccontiamo la possibilità di trovare soluzioni immaginifiche a realtà così monotone come la guerra. Ci sarebbe molto altro da dire ma non abbiamo più voglia di parlare»

  • Allora grazie per queste risposte …

«Grazie a te, che ci guardi»


BIO:
Ivo Cotani nasce a San Benedetto del Tronto, nelle Marche. Si diploma al liceo scientifico A. Orsini di Ascoli Piceno. L’anno accademico 2014/2015 ha studiato presso la Facultad de Belles Artes de Madrid. Nel 2015 si è diplomato (primo livello) in Pittura presso l’Accademia di belle Arti di Roma, con votazione di 110 e Lode. Vive a Roma. Lavora come artista visivo, insegnante privato di disegno e pittura e pittore di scenografie. Ha partecipato a diverse mostre tra cui: Self-Portrait Spazio 23 (Rm); Sulle tracce di Ingres, Galleria Porta Latina (Rm); Tiny Biennale, una mostra di lavori in miniatura, Temple University Rome; la mostra collettiva presso Tevere Expo; Forse un mattino andando in un’aria di vetro -Roma Art Week-, presso l’Accademia Belle Arti di Roma.
Huidong Kong

CIECO / LA FERITA RECIPROCA / IL CIBO


Ferita Reciproca huidong kong

Cieco
Vuole presentare una realtà crudele ed esprimere un senso di estremo sarcasmo “I bambini ciechi senza ali per volare”. Ci sono molti bambini che sono limitati dai genitori perché quest’ultimi vogliono far realizzare i propri sogni ai figli. In questo modo, i bambini si trovano a seguire un percorso obbligato e prestabilito. Così le loro ali sono strappate, gli occhi sono coperti, i bambini diventano fantocci e sacrifici in un mondo grigio, costruito dai quadrati regolari.

La Ferita Reciproca
Oggi giorno, con lo sviluppo della globalizzazione, il mondo è caratterizzato dalle relazioni reciproche internazionali, le quali comportano molti meriti e molti difetti. Quando siamo in posizioni contrarie, i commenti malevoli e le critiche prevenute accelerano la formazione degli stereotipi e ci lasciano ferite reciproche, mentre la tolleranza e la comprensione arrivano sempre in ritardo.

Il Cibo
Con questo quadro, vuole esprimere che in quest’epoca le persone danno sempre più importanza alle cose futili, quali i gioielli costosi e i beni di lusso, mentre la cultura, i libri, la sapienza sono diventati un cibo.

BIO:
Huidong Kong, è nato in Cina. Frequenta il terzo anno dell’Accademia delle Belle Arti di Roma. Ha partecipato alla mostra Siamo Liberi presso la galleria d’arte di Augusto Consorti, in Via Margutta; alla IV mostra di LAUS TIBI SALVATOR MUNDI presso il convento della Basilica S. Maria Sopra Minerva. Con i suoi lavori cerca di esprimere i suoi pensieri e le sue emozioni rispetto ad alcune questioni nella società. È sempre alla ricerca di stimoli. L’arte, e nello specifico la pittura, è la sua più grande passione «la pittura, l’arte, sono parte di me».
Francesco Patanè

PERSONAL – SPERANZA!


francesco patane

Il suo progetto artistico è intitolato e rivolto alla “Perfezione del genere umano”, una perfezione rivolta alla bellezza della persona a livello interiore e non, come vuole oggi la società, a livello esteriore.

Questo porta, Francesco Patanè, a eseguire opere con materiali poveri, grezzi e lavorati in modo imperfetto nonché a realizzare il più delle volte persone/soggetti non perfetti con difetti e imperfezioni estetiche che la società oggi, ma soprattutto ognuno di noi per imposizione della stessa, vede come “difetti”.


BIO:
Francesco Patanè è nato a Roma nel 1986 con una passione sin da piccolo per l’arte. Comincia il suo percorso a 20 anni con opere su richiesta di copie e copie d’autore, successivamente realizza molti quadri su paesaggi prettamente legati ai colori della sua terra, la Sicilia, per poi maturare nel figurativo.

Ad oggi, sempre alla ricerca di stili diversi, arriva ad avere una concentrazione sia concettuale che espressiva rivolta alla creazione su materiali di vario tipo tramite una ricerca di lavorazione e preparazione su juta, asfalto, metallo, legno, ecc…

Eleonora Pepe

MOBILITÀ DEL PENSIERO / SFIDARSI / TUTTO QUELLO CHE PUOI CONTRO LE TOVAGLIE DI PLASTICA / FURIA / ABISSO


furia eleonora pepe

Tutte le opere della seguente collezione cercano di rappresentare l’emotività umana, cogliendola nei suoi tratti più naturali ed emotivi. L’uso del colore non è semplicemente parte dell’opera, ma ne è la chiave: il colore nasconde al suo interno forza e messaggio, ed è usato dall’artista come primo veicolo delle sue sensazioni. Ogni opera rappresenta un preciso stato d’animo, un frammento di vita, un forte conflitto riversatosi nell’ arte. Dunque, questo è il modo in cui devono essere interpretati tali ritratti: non si parla solo di rappresentare la realtà esterna, ma di rappresentare sé stessi nelle forme degli altri. 

BIO:
Eleonora Pepe, alias “pepis.art”, nasce nel 1998. Ha frequentato il liceo artistico Eugenio Montale con il maestro Francesco Sgarano con cui inizia la sua formazione come pittrice. Ha vinto diverse volte nell’esposizione competitiva organizzata presso lo stesso liceo. Nel settembre 2017, nasce su Instagram la pagina “pepis.art”, completamente dedicata all’arte della giovane artista. Riscontrando grande successo, ha iniziato a ricevere molte commissioni per privati e per le campagne pubblicitarie dell’azienda lisbonese Uniplaces. Nel 2018, ha realizzato i primi video-telling artistici sempre per la stessa azienda e, in più, diventa illustratrice per la testata giornalistica cartacea e online “Exitwell”. Nel medesimo anno, iniziano le collaborazioni con la startup Artwave. Ha partecipato: alla Klimt night in cui ha vinto il primo premio con la propria riproduzione de “Il bacio” di Gustave Klimt; al romano Connect festival dove si è esibita con un live-painting a tema street art; e alla serata Reinassance: la rinascita delle arti, nel settembre 2018.Ad oggi, l’artista continua a stringere collaborazioni e porta avanti la sua attività di social artist.
Darya Shojai Kaveh

ASTRATTO 1 / UNTITLE

astratto 1 darya shojai kaveh


Il progetto artistico dietro alla realizzazione dei miei quadri riprende la tradizione artistica dell’astrattismo e della volontà di ricreare, attraverso grandi tele, una visione ottica distorta del dipinto. Attraverso l’uso di un frattone, l’olio e l’acrilico vengono trascinati in diverse direzioni per ottenere un risultato, spesso differente dall’idea iniziale. Infatti, l’impossibilità di prevedere perfettamente l’aspetto dell’opera finale è

ciò che rende il processo un’incognita e al tempo stesso una ricerca verso l’ideale immaginato, ma mai raggiunto. Il senso dell’opera non è idealizzato e non nasconde un secondo fine; piuttosto invita lo spettatore a guardare l’opera e assorbirne i colori, le chiazze e le spatolate che ne sono derivate, traendo dall’opera ciò che si vuole.

BIO:
Darya Shojai Kaveh, nata nel 1995 a Roma, è un’artista italo-persiana. Dopo gli studi in Olanda, dove espone in due mostre collettive (ACE EXPO e Show Room MAMA) per poi tornare in Italia, a Venezia dove prosegue gli studi magistrali in Economia e Gestione delle Arti e Attività Culturali. A Roma espone in una mostra collettiva al Quirinetta per l’evento organizzato dal magazine San Pietrino. Ha partecipato a diverse mostre collettive tra il 2016 e il 2017: MAMA Showroom, WALLPAPER, Rotterdam, Olanda; Sanpietrino Magazine, U.R.B.E. II @ Quirinetta, Rome, Italia; ACE Expo, Body For Real, Rotterdam, Olanda. Attualmente vive e lavora a Roma.
Andrea Spagnuolo

DISMORFOSI – DALLA SERIE IL CORPO

Andrea Spagnuolo ss 01


In quest’opera ha cercato di rappresentare una persona che, tramite le sue gestualità, schiena inarcata e viso nascosto dietro una barriera, cerca di isolarsi dal caos che lo circonda creandosi una bolla di prossemica. Attraverso la maglietta cerca di ricreare uno spazio vuoto dove poter ritrovare il respiro.

BIO:
Andrea Spagnuolo è nato il 13 maggio 1997 ad Avellino. Attualmente vive e studia a Roma. Nel 2016 si è diplomato presso il Liceo Artistico P. A. De Luca (Avellino). Successivamente si è trasferito a Roma per continuare i suoi studi sulla pittura presso l’Accademia delle Belle Arti RUFA. Ha preso parte nel workshop Carta Fabriano e Inchiostro a cura di Giuseppe Prezioso. Ha partecipato alla mostra Collettiva Tilt! (Avellino), alla rassegna Museo San Salvatore in Lauro (Roma) ed a due concorsi: RUFA Contest 2018 e Premio Catel 2018. Attualmente nel pieno della sperimentazione pittorica carca di raccontare e indagare in modo personale i suoi disagi e l’origine da cui provengono