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Finalisti MArteLive Lazio 2018 – Sezione Street Art


Stefano Maria Girardi

STEFANO MARIA GIRARDI

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Stefano Maria Girardi è nato a Roma nel 1982. Ha conseguito il diploma di maturità presso la scuola d’arte “Di Ripetta” di Roma. Successivamente, ha frequentato l’Università di Belle Arti di Roma (RUFA), l’Accademia del design e della tecnologia di Roma “Pantheon” e la Scuola dell’Arte della Medagliatura di Roma.

Vive a Roma, dove lavora come pittore. Il suo lavoro si concentra sul concetto di addizione e sottrazione e come il processo creativo documenta il momento in cui l’opera d’arte può essere considerata finita. La sua formazione e la sua esperienza lo hanno portato a unire discipline umanistiche, con le nuove tecnologie. Vive a Roma, dove lavora come pittore, illustratore e grafico.

Kim Colace

KIM COLACE – SHINE

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Kim Colace, in arte Shine, è nato a Roma nel 1987. È un designer e street artist. All’età di 15 anni ha iniziato il suo percorso artistico, dove tramite i graffiti, ha iniziato una ricerca personale che lo ha portato a definire uno stile in cui i principi e le metodologie di arte e design si compenetrano. Ha partecipato a diverse manifestazioni artistiche dove ha esposto le sue opere, tra cui ricordiamo: la Biennale di Roma; Torino Esposizioni; La Casa della Cultura; Le sale del Bramante ecc. Ha studiato Architettura a Roma, dove ha trovato nuove influenze artistiche, che lo hanno portato a sviluppare una sua concezione artistica delle forme e degli spazi che sintetizza attraverso diverse definizioni. In molti suoi lavori, la ricerca della forma e le sensazioni scaturite dall’impatto visivo lasciano recepire e fondere insieme elementi provenienti da diverse filosofie, esprimendo una forte personalità artistica. Shine propone l’accostamento di motivi stilistici definiti nell’opera sotto forma di organica letteraria, in cui luci ed ombre all’interno della composizione plasmano lo spazio tridimensionale, equilibrato e caratterizzato dalla propria distanza critica, formando una composizione organica in cui le giunture e le lettere dell’opera rappresentano elementi e segni appartenenti alla propria ricerca artistica. In altre opere, attraverso la scelta di figure antropomorfe vengono espressi studi anatomici rappresentativi dell’essere che sono concettualmente definiti in una rappresentazione organica pura dell’atto.

Ivo Cotani

IVO COTANI

Desiderio

Ivo Cotani nasce a San Benedetto del Tronto, nelle Marche. Si diploma al liceo scientifico A. Orsini di Ascoli Piceno. L’anno accademico 2014/2015 ha studiato presso la Facultad de Belles Artes de Madrid. Nel 2015 si è diplomato (primo livello) in Pittura presso l’Accademia di belle Arti di Roma, con votazione di 110 e Lode. Vive a Roma. Lavora come artista visivo, insegnante privato di disegno e pittura e pittore di scenografie. Ha partecipato a diverse mostre, tra cui: Self-Portrait Spazio 23 (Rm); Sulle tracce di Ingres, Galleria Porta Latina (Rm); Tiny Biennale, una mostra di lavori in miniatura, Temple University Rome; la mostra collettiva presso Tevere Expo; Forse un mattino andando in un’aria di vetro -Roma Art Week-, presso l’Accademia Belle Arti di Roma.

Anita Genca

ANITA GENCA

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Nata a Benevento e cresciuta a Montecalvo Irpino (AV) in luoghi dove l’immaginazione si perde a contatto con la Natura e si alimenta delle leggende e dei miti tradizionali locali. Frequenta il liceo artistico, che le consente di acquisire un’elevata tecnica e di forgiare il suo talento.

Si trasferisce a Roma all’età di 17 anni, per gli studi all’Accademia Moda e Costume. Qui viene assorbita dalla nuova e artificiosa realtà, quasi travolta dallo splendore artistico che irrompe davanti a lei, e, in quella miriade di emozioni, riaffiorano con maggior intensità i colori, i sapori e le percezioni dell’infanzia. Continua la sua formazione col Corso di Illustrazione presso la scuola Comics e si abilita come tatuatrice.

Tela, muri della città e pelle diventano strumenti diversi per esprimere la sua arte,

in bilico tra vissuto e racconto del presente e ricordi dell’infanzia in un confronto

continuo col cinismo e la vanità di un universo artefatto. La condizione femminile

viene espressa attraverso gli occhi innocenti di chi possiede un patrimonio raro ed

autentico, capace di svelare che anche il bello comporta la sua contropartita. Ogni personaggio è spiato nella sua fragilità, nel momento in cui, smessa la maschera, mostra la frustrazione per una vita che si rivela come un ingranaggio infinito, nel quale si potrebbe restare intrappolati.