SignofSound al MArteLive il 31 maggio!
L’intuizione originaria di SignofSound germoglia nel 2000, nello stimolante contesto culturale di New York, dove Fabiana Yvonne Lugli Martinez, che lavorava in quel periodo nell’ambito delle arti figurative, stabilisce un primo, determinante, contatto con la musica jazz.
In particolare Fabiana si integra nell’ambiente musicale che ruota attorno al celebre chitarrista Pat Metheny. Infatti è determinante l’incontro con musicisti come Antonio Sanchez, Gregoire Maret, lo stesso Pat Metheny e molti altri.
Nel 2001 a Berlino la concezione iniziale del progetto subisce una svolta radicale nella direzione di un interesse sempre crescente per il ruolo dell’improvvisazione in relazione al movimento, in seguito all’incontro con il coreografo Felix Rukert, collegato strettamente alla corrente di Pina Baush.
Sarà poi Roma, nel 2003, il teatro di una piu’ compiuta definizione strutturale di questi elementi, che porta alla nascita del Collettivo SignofSound come gruppo di ricerca artistica.
Oggi il gruppo si compone di musicisti jazz del calibro di Gregoire Maret, Federico Peña, Gene Lake, e per la musica elettronica e la video arte (oscilloscopio) Ray Sweeden.
Lavorando come scenografa per “Don Chisciotte” – una realizzazione teatrale della compagnia “Balletto di Roma” – nel settembre 2003 Fabiana sviluppa in modo esplicito la sua tecnica pittorica “in movimento”.
“Movimento che genera il tratto pittorico attraverso la musica”: diventa questo il senso intrinseco di SignofSound. L’incontro di pittura e danza sulla scena porterà quindi allo studio delle interrelazioni fra musica e tratto pittorico, musica e movimento corporeo, movimento e gesto pittorico.
Ma non solo. A cio’ si aggiunge, con funzione integrativa e sintetizzante, l’elemento della video arte, grazie alla collaborazione (dal 2005) con Angelo Bellobono, che avvalendosi in parte della collaborazione di Matteo Basilè, ha curato la regia di video e clip pittorici che interagiscono con l’azione in scena, dando vita ad una fusione dei vari linguaggi artistici all’interno di un contesto performativo nettamente contemporaneo.
Tutti gli elementi implicati in questa “avventura” sono accomunati dall’elemento dell’improvvisazione, che attraverso la libertà espressa nella musica jazz, muove ogni performance di SignofSound nella sua qualità di evento unico, in direzione di una rappresentazione emotiva e totalizzante, tesa necessariamente a coinvolgere anche il pubblico, in un’esperienza multisensoriale collettiva.
LA PERFORMANCE
(testo a cura di Alessandra Carbone)
Il Collettivo SignofSound approda a New York City, chiudendo per così dire un ciclo del suo percorso evolutivo che proprio a New York, nel 2000, era stato originariamente concepito.
La ricerca che Fabiana Yvonne Lugli Martinez – danzatrice e pittrice – ha ideato e sviluppato a partire dal 2000 ha dato vita ad un tipo di performance che si può senz’altro definire multisensoriale, in quanto coinvolge in modo sostanzialmente paritetico – nella comune prerogativa dell’improvvisazione – tutte le forme espressive che di volta in volta vengono chiamate a definirla, tra le quali comunque musica, movimento corporeo e segno pittorico si rivelano elementi imprescindibili.
Nello specifico la rappresentazione scaturisce da un continuo scambio di stimoli tra i musicisti e le immagini che si vanno creando su pannelli retroilluminati, attraverso l’espressività corporea dei performers.
Ogni atto del corpo infatti, scaturendo dalla necessità di interpretare la dinamica musicale, è generatore di una traccia visiva che a sua volta sollecita un nuovo impulso sonoro, in una sorta di comunicazione ininterrotta tra dimensioni contigue dell’arte, creando una sinfonia inedita dove la musica si fa materia e luce e il colore diventa moto e suono.