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Premio rgb46 – Diego Miguel Mirabella in mostra

La Galleria rgb46 presenta “LA NAUSEA” di esposizione personale di Diego Miguel Mirabella, Vincitore del “Premio della critica Rgb46” al MArteLive 2010 — DAL 15 al 28 GENNAIO 2010

{tab=BIOGRAFIA}

Nasce ad Enna il 09.03.88

Il Primo interesse per l’arte nasce con i graffiti, interesse che si svilupperà nell’approfondimento della grafica all’interno di uno studio Professionale. Lasciato questo nel 2006, si iscrive alla “ Scuola Romana del Fumetto” dove rimarrà fino al 2008. Nel 2008 si diploma al IV liceo artistico “Alessandro Caravillani”

Esposizioni

2007

“Gli animali di Aldrovandi”, progetto Arte e scienza con il Dipartimento di scienze natura e il bio Parco di roma. Collettiva nelle sale del museo di Scienze Naturali di Roma

2008.

“Simmetrie Assimetrie” Matematica e Arti Visive. Collettiva di giovani che “di-segnano la matematica”.Progetto curato da Laura Tedeschini Lalli – Didattica. Professore straordinario – Universita’ degli Studi “Roma Tre”

2009. 

Collettive all’interno del progetto “dia-logos” nei Borghi Autentici di: Pereto( AQ), Cervara di Roma (RM), Fara San Martino (CH) e Galtellì ( NU) mostra collettiva “la settimana delle bellezze” roma collettiva “palazzo balla”pereto

2010 

Collettiva alla diocesi di terni” “Via Crucis. Opere d’Arte a Terni” curata dall’Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici 
Finalista nazionale del concorso MarteLive- Vincitore Premio della critica Rgb46
Partecipa con atlante delle culture con altri artisti del mediterraneo al “libro arcobaleno” nel convento degli agostiniani a Melpignano
ContempAnticArte. Collettiva di tredici giovani artisti. Prefettura di Viterbo , Fondo Edifici di culto. Curatrice Stella Radicati

Attualmente frequenta l’Accademia di Belle Arti di Roma, cattedra di pittura del Prof. Enzo Orti con il quale collabora, insieme ad altri giovani Artisti, per il progetto Dia-Logos

Collabora con L.R.A. di Marco Affaiatati.

Dal 2010 Lavora come assistente con l’artista di fama internazionale Pietro Fortuna


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TESTO CRITICO di Enzo Orti
Titolare cattedra di pittura Accademia di belle arti di Roma

Virtuoso del Pantheon

La luce è la manifestazione della divinità, della creazione cosmica. Tutte le rappresentazioni della creazione interpretano la luce e il Logos.Il principio universale dell’intelletto dell’uomo si preoccupa di interpretare la manifestazione della luce; la luce è sicuramente “un centro” cioè una vita, una verità, una conoscenza diretta in qualche misura una gnosi,nous: la fonte del bene. In queste rappresentazioni di Diego Miguel Mirabella ci sono dei fotogrammi quadrati di un piccolo film,un cortometraggio di pochi colori dello spettro di  luce dell’arcobaleno.Luce di pitture determinate quale fotogrammi estremamente ricchi e suggestivi. Figli di un viaggio DIA LOGOS vissuto intensamente su due tre livelli di un castello ,quello di Pereto e  di un Palazzo da ri-architettare . Due luoghi  importanti dove ho conosciuto il giovane artista Diego Miguel Mirabella,ex allievo del corso di pittura della Sezione Aurea, classe studio Piero della Francesca .Lo studio e la ricerca che ci ha fatto conoscere nella luce quale spazio spirituale,dove il bianco è essenziale “semaforo dell’arte”,dove il fascino del foglio bianco è Rispetto della ribellione della luce naturale.

La scelta cromatica di Diego, non è quella dell’arcobaleno, del 7,di tutte le sette note del pentagramma bensì  di quel tipo di luce che si accende all’improvviso in noi. Quella flebile fiammella che ci brucia,ci disturba dal di dentro quando prende fuoco.

E’ lo stoppino di una candela di cera che è nel nostro motore quando è spento e “pensa” da solo. Una lucina che serve ad indicarci che cosa stà succedendo in noi.

Sartre è per me un” antico” filosofo esistenziale, uno dei “padri”, di quel ’68  che ho vissuto nell’ideale dove esistenziale era interrogazione dell’umano, spazio.-tempo sul quale ancora la discussione dei filosofi si attarda. A me qui interessa sottolineare la scelta coraggiosa di Mirabella che si mette al bivio dei questa Nausea  in un modo attuale che sfugge a quel tipo di corrosa ideologia .In Diego il rovello e la ri-flessione non parte dall’arrocco ma cerca l’attacco in quanto tale,cerca di misurare la luce nelle sue deformate ombre che il sole lascia come figure. La sua scelta di rubare dall’interno provoca una penombra dove  si registrano trasfigurazioni ,dove i segni forti decisi si alternano e si impressionano in questi  interni “intestinali”, i mal di pancia dell’autore provocati dalla candela accesa accanto al suo attacco oltre lo sguardo del visibile. La mano calca e decide l’essenziale dove regna uno sforzo immaginativo. Una  visionaria appartenenza ad una antropologica doppia scuola:La Sicilia e il Perù.

I quadrati che interpretano la luce-falsa-penombra di Diego, i grigi rarefatti di Mirabella diventano nel segno e nelle nette atmosfere di tinte o delle icone, dei microcosmi che guardano alla figura, all’atmosfera quale elemento che provoca l’ emozione. il racconto che sopra descrivevo..

Le icone quadrate  racconti  spirituali, interessanti e provocanti, queste sono le   chiavi che Diego usa nel mettere in scena le sue luci interne.

A ben guardare, i disegni diventano un controaltare indispensabile e necessario per cogliere alcuni aspetti delle figure rappresentate

Chi entra dentro queste piccole storie potrebbe incorrere in un abbaglio se pensasse ad un sogno visto da una finestrella se  guardasse questo  piccolo quadro insieme a Freud o a Gustav Jung,  nella sola immagine della piccola fotografia esiste L’improvvisazione; questa è la via, la guida di  complessità in  ogni icona di Mirabella.

Come controprova usiamo una lettura  Concettuale che ci consenta di guardare questi elaborati quali piccoli sogni

Oggetto di una seduta con lo psicanalista e come dire che abbiamo scelto una linea interpretativa onirica,così procedendo usiamo una critica sul fare arte, sul dipingere “vecchio stile” delle eccellenti scuole italiane,che esistono ancora .

Qui in queste sequenze c’è un altro aspetto: Lo sciamano che tenta di catturare l’invisibile attraverso l’emozione. Diego è uno dei migliori talenti nel catturare l’irrazionale scientifico che è presente in un ArteViva che produciamo da alcuni anni insieme. Le sequenze che Diego ci propone in questa esposizione in verità sono delle vere e proprie Auto provocazioni.

La chiave è in un finto monocromo nero. Il piccolo quadrato-centro nero è indispensabile per comprendere la specifica sequenza che lo segue. Qui ci sono tante cose insieme che per la necessità di questo scritto, sintetizziamo. La pausa in un musicista è fondamentale, altrimenti l’ascolto del silenzio non può precludere alcuna armonia. Il silenzio è parte integrante della musica del compositore. Così come i vuoti sono indispensabili per leggere le sculture e la loro collocazione nello spazio scelto dello scultore. In questo caso in Diego le icone sono curate nel particolare pittorico ma diventano disegno essenziale e anche fotografia analogica fino a usare le mani davanti all’ingranditore così come si faceva nel ritratto fototessera di  un tempo.

Ecco che la scuola di pittura critica e classica si aggiunge il giusto sapore di sale, dell’amore nel rischiare l’emozione. Si strappa il foglio e si va all’attacco con la sobrietà esperienziale e si dipinge col Cuore aperto e in diretta come gli amici di Teatro Due: A canovaccio;oppure come gli amici del jazz si partecipa alla musica ascoltando i Silenzi del suono. Si diventa personaggi in cerca d’autore.

Qui l’autore Diego Miguel Mirabella nasce come giovane artista collegato ad ArteViva in un viaggio verso Itaca che sta per iniziare..Bravo Diego

Enzo Orti

Titolare cattedra di pittura Accademia di belle arti di Roma

Virtuoso del Pantheon

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Piazza Santa Maria Liberatrice, 46
00153 – Roma – info@rgb46.it {/tabs}

15 gennaio
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Diego Miguel Mirabella, enzo orti, martelive 2010, premio pittura, Rgb46, sezione pittura