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Voci nel deserto il 24 maggio al MArteLive

Martedì 24 maggio al MArteLive ospite anche il progetto “Voci nel deserto”, un appuntamento fisso con la memoria, l’ultimo venerdì di ogni mese, un rave teatrale aperto a tutti, dove c’è libera circolazione di pillole di pensiero, un evento gratuito che si celebra in location non istituzionali e si alimenta dell’impegno e della generosità di attori e pubblico, per una volta complici nel tenere aperto questo varco spazio-temporale tra passato e futuro.

Il primo appuntamento si è tenuto il 27 febbraio nello storico quartiere della Garbatella a Roma, ospitato presso “La Strada”, uno dei trenta Centri Sociali che nella Capitale riescono a fare sperimentazione culturale con le proprie forze, creando così un’alternativa al dualismo (portato in questi giorni all’attenzione dell’opinione pubblica da Alessandro Baricco) tra la cultura “alta” e sovvenzionata dei teatri ufficiali e la cultura di massa della televisione.

In quell’occasione è stato anche presentato ufficialmente il sito www.vocineldeserto.it, che vuole essere il luogo di incontro per tutti coloro che intendono partecipare al progetto. “Voci nel deserto”, infatti, è un’idea collettiva di fare teatro civile, alla quale tutti possono contribuire, segnalando frammenti, promuovendo l’iniziativa o addirittura replicandola liberamente in altre città d’Italia.

Sul palco sono saliti 14 attori, alcuni già affermati, altri alle loro prime esperienze, anche se era difficile notare la differenza. Sia in fase di preparazione, infatti, che nella messa in scena finale, il progetto ha assunto subito il carattere di opera collettiva: nessun regista, nessun nome in ditta, volontariato teatrale si potrebbe definire. I loro nomi sono: Barbara Abbondanza, Celeste Brancato, Claudio Castrogiovanni, Giorgio Cingan, Caterina Corsi, Ugo Dighero, Michele Di Girolamo, Federico Di Stasio, Francesco Foti, Marco Fratini, Gianantonio Martinoni, Carlotta Piraino, Fabio Privitera e Claudia Scarpa. In consolle, DJ Tuppi, a mixare i frammenti di libertà di pensiero con altri frammenti sonori presi dalla realtà dei nostri giorni, dalle liti di Sgarbi all’Editto Bulgaro, a stralci di trash-comedy all’italiana. Il risultato è stato un blob polimaterico che ha fatto ballare il pubblico, tra passato e presente, per circa un’ora e mezza.

 

Gli stessi attori, con altri che sono entrati a far parte del collettivo “Voci nel Deserto”, in questi giorni sono in giro per Roma, nelle piazze, all’ingresso della Metropolitana, a dar nuova voce ai frammenti ripescati nel baule impolverato della storia, affinché le parole che sono state dette e scritte in passato non rimangano ancora una volta inascoltate.

 

Si chiedeva Marcello Marchesi: “Se Giordano Bruno avesse avuto un microfono, si sarebbe salvato dal rogo?