MArteLive 2011. Tra new wave e Tim Burton
Martedì 10 maggio seconda tappa con ospiti Faust’O, Giorgio Canali con il progetto speciale “plays Joy Division e il Tim Burton Show della Spleen Orchestra e Non voglio che Clara
Ogni martedì dal 3 al 31 maggio 2011, h 21.00
INGRESSO 10 € – Ridotto con MArteCard, CartaGiovani, e Bibliocard 7 €
ABBONAMENTO 25 € – Ridotto con CartaGiovani e Bibliocard 20 €
Alpheus Club, via del Commercio 36 – Roma – Prevendite su www.greenticket.it
Una serata all’insegna della new wave e del fiabesco Timburtonesco il 10 maggio all’Alpheus di Roma con il secondo appuntamento di MArteLive che vedrà come ospiti speciali i Non voglio che Clara con il loro ultimo album “Dei Cani”, Giorgio Canali con il suo progetto speciale “Plays Joy Division”, la Spleen Orchestra con il “Tim Burton Show, un circo freak all’insegna dell’immaginario Timburtonesco. Atmosfere gotico – fiabesche e brani tratti dai più celebri film di Tim Burton.
Tra gli ospiti speciali della seconda serata Fausto Rossi in arte Faust’O, icona della scena musica italiana degli anni ’70 che diede vita a un particolare filone, che rielaborava estetica glam e correnti new wave. Tra riflessioni sul suicidio, sarcasmo e tormenti d’ascendenza “dark”.
Ogni martedì all’Alpheus si esibiranno contemporaneamente circa 150 artisti diversi distribuiti nelle 16 discipline artistiche che compongono l’evento.
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Musicisti, attori, registi, autori, pittori, fotografi, grafici, fumettisti, dj, vj, performer, ballerini, artisti di strada, artigiani rappresentano l’universo artistico intorno al quale muove un vero e proprio movimento artistico che tra il 2009 e il 2011 ha permesso al MArteLive di crescere e affiancare ai numerosi club romani alcune tra i più prestigiose location d’Italia.
{tab=Non voglio che Clara}
NON VOGLIO CHE CLARA
Attivo dalla seconda metà degli anni novanta, Non voglio che clara ha esordito discograficamente nel 2004 con l’ep ‘Hotel Tivoli’, pubblicato da Aiuola Dischi. Hotel Tivoli, scrive Beatrice Finauro è una riflessione sul mestiere di vivere, i sentimenti, le relazioni amorose in particolare. Due anni dopo il gruppo ritorna con un album omonimo che contiene una manciata di brani sulla miseria e lo squallore, sul disincanto e il non-amore.
Nel 2010 Non voglio che Clara pubblica il nuovo disco, ‘Dei Cani’, prodotto da Fabio de Min e Giulio Ragno Favero.
{tab=Giorgio Canali Plays Joy Division}
GIORGIO CANALI PLAYS JOY DIVISION
Love will tear us apart (again). L’amore ci farà a pezzi (di nuovo).
Un omaggio ai Joy Division nato lo scorso anno, nel trentennale della scomparsa di Ian Curtis, leader del gruppo. Joy Division è parte della nostra vita, colonna sonora della nostra età più verde e mai dimenticata in un cassetto della memoria. Erano gli anni del punk e della sua forma più scura, la new wave, dilettanti in trincea ad esprimere non tecnica e maestria, ma emozioni autentiche, flash abbaglianti di un futuro improbabile ammalato di autodistruzionismo.
Con chitarre e voci, Angela Baraldi (cantante e attrice), Steve Dal Col (già con Frigidaire Tango e Rossofuoco) e Giorgio Canali cercano di ricreare questa sensazione, in un acquerello sonoro dalle tinte più che fosche, illuminato da qualche lampo al neon, in un contesto che fa risaltare la “rarità” dell’essere “sopravvissuti” a molto e a molti.
{tab=”Tim Burton Show” Speen Orchestra}
TIM BURTON SHOW – The Spleen Orchestra
“…un circo freak all’insegna dell’immaginario Timburtonesco. Atmosfere gotico – fiabesche e brani tratti dai più celebri film di Tim Burton eseguiti dal vivo.”
Una band di 9 elementi. Un allestimento scenico imponente. Trucchi, costumi, scenografie, ed “effetti speciali” in un viaggio attraverso il mondo visionario del geniale regista. Uno spettacolo musicale e visivo di grande impatto emotivo e straordinaria ricchezza scenica sulle note del compositore Danny Elfman. Un miscrocosmo sospeso nel tempo e nello spazio costellato da felici malinconie, atmosfere gotiche, neve, caramelle e strane creature…
{tab=Faust’O}
FAUST’O
Il suo debutto nel panorama musicale italiano è del 1978, con l’album Suicidio. Si impone per il suo stile originale e innovativo, ispirato alla new wave del periodo. I testi ripetuti in modo ossessivo, i ritmi nervosi e gli arrangiamenti musicali fuori dagli schemi fanno di Faust’O una sorta di David Bowie nostrano.
Nel 1979 esce Poco zucchero, che contiene il suo singolo più famoso, Oh! Oh! Oh!, una sorta di scanzonata bossanova dalle tinte wave che lo porta ad esibirsi anche su palcoscenici televisivi come quello del Festivalbar (dove Rossi si presenta scalzo e con piglio anticonformista); di questa canzone effettuerà una cover Massimo Boldi.
Gli anni ottanta vengono inaugurati con l’album J’Accuse, amore mio, seguito nel 1982 da Out now e nel 1983 da Faust’O. Quest’ultimo, che si avvale della produzione di Alberto Radius, è considerato il suo capolavoro.
Nel 2009, dopo circa 11 anni dal suo ultimo lavoro discografico, Fausto Rossi ritorna sul palco per alcuni concerti e in sala di registrazione per la produzione di nuovi lavori con Luigi Piergiovanni.
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