LetteraturaViva quest’anno parte alla grande e ogni settimana presenterà una gallery con gli autori in concorso che si esibiranno al Tuma’s Book Bar. Guardateli in faccia e leggete cosa dicono di loro questi futuri protagonisti della Letteratura Italiana! Appuntamento a tutti stasera al Tumas Book Bar, via dei Sabelli 17. Ospite della serata anche il vincitore di MArteLive 2007, Angelo Elle che presenterà alcuni suoi brani tratti dal suo prossimo lavoro "Il Pulpettone".
Paolo Battista
Paolo Battista è un artista poliedrico, nato ad Avellino il 26 agosto 1976. Si è diplomato all’Istituto Tecnico per Geometri e si sta laureando in Letteratura Musica e Spettacolo alla Sapienza di Roma, città dove vive da dieci anni. Studia percussioni e batteria al Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino, suona e compone in una band postrock romana, gli Album Zootique, e dipinge: personalizzando i suoi lavori utilizzando i più disparati materiali recuperati per le strade della città. Collabora insieme all’amico e musicista Marco Preziuso con il centro di ricerche teatrali CLAN H, spingendosi verso interessanti collaborazioni teatrali-musicali. Molti suoi componimenti sono stati inseriti nelle raccolte “Tra un fiore colto e l’altro donato”, “Dedicato a-poesie per ricordare”, “Parole in fuga”, “Habere artem”, “Poesie del nuovo millennio”, edite dalla Aletti. Un altro suo componimento inserito nell’antologia “Raccolta differenziata” nell’ambito delle manifestazioni in difesa del Formicoso con il Centro di documentazione di Poesia del sud del dott. Paolo Saggese, con il quale collabora. CANTI URBANI è la sua prima raccolta poetica ed è una silloge che attraversa la città-perlopiù di notte- alla ricerca di una luce che non sia artificiale, di una risposta che non sia qualunquista, solita. Alla ricerca dunque del senso profondo di quel viaggio, che di volta in volta, che di verso in verso, l’autore si accinge a compiere. Sono poesie queste che trascinano il lettore in strada, fra le lamiere di un traffico atavico, in una Roma che non è solo se stessa ma diviene archetipo della città madre-matrigna; madre perché disposta ad accogliere ( e in un certo senso a proteggere) chiunque tenti di rifuggiarvisi, matrigna laddove, per sua natura, fagocita il tempo di ogni suo ignaro abitante, inghiottendo nel suo perpetuo movimento, nel suo perpetuo caos, ogni speranza di essere altro o di essere altrove. Dal compatto tema centrale dei Canti Urbani si snoda un caledoiscopio di contenuti quali fragilità, incertezza, solitudine, bellezza, il tempo, la memoria, l’amore, il tutto filtrato da un linguaggio romantico e viscerale, attraverso il quale assonanze, intermittenze, pause diventano gli strumenti per una continua ricerca stilistica e formale, dove ha fondamentale importanza l’aspetto sonoro della parola: la lettura in pubblico. Paolo Battista difatti si sforza di vedere oltre la facciata scrostata dei palazzi scoprendo cosi mondi nascosti e regalando al lettore, in queste pagine, scatti di una città vivida e feroce ma nel contempo lirica e toccante.
Giacomo Nencioni
Il mio nome è Giacomo Nencioni, almeno secondo la questura, ho 27 anni e da qualche tempo alterno la scrittura di saggi e articoli sulla televisione, che rappresenta in qualche modo il mio lavoro, a quella di piccoli racconti autobiografici umoristici, o che perlomeno tentano di esserlo, raccontando piccole avventure quotidiane nella metropoli attraverso l’occhio di chi viene dalla provincia. Non disdegno incursioni nel surreale che per il momento rimangono nel cassetto.
Da sempre amo la grande letteratura americana, da Steinbeck a Scott Fitzgerald a Truman Capote, ma anche Cèline, Beppe Fenoglio, le nebbiose incursioni nella memoria di Giorgio Bassani. Questo è quello che mi passa per la corteccia al momento, ma la lista è lunga.
Purtroppo per chi mi legge, i miei scritti non mirano così in alto, e si avvicinano più alle pagine di David Sedaris o, perché no, di Paolo Villaggio.
Segni particolari: aspirante fotomodello.
I miei scarabocchi sono disponibili sul mio blog all’indirizzo: www.myspace.com/ilpista
Luca Latini
Lego sempre il mio nome Luca Latini ai componimenti che scrivo (che spaziano dai racconti ai finti articoli giornalistici a brevi poesie), anche se qualche volta mi piace adoperare lo pseudonimo di Beniamino Curàti (con l’accento sulla “a”). Il genere riconducibile all’opera con cui vorrei partecipare è un’epica in versi, anche se non penso rispetti a pieno i canoni di quest’ultima soprattutto per la brevità del componimento stesso (in realtà sarebbe più lungo, ho effettuato dei tagli per rientrare nelle caratteristiche di testo da voi richieste). Lo stile rimbalza dal comico al surreale, offrendo fino alla fine un sottile sapore amaro celato tra le trame dell’intreccio poetico-narrativo. I miei autori di riferimento sono principalmente i maestri dell’ombra del ‘900 italiano (Landolfi e Manganelli su tutti), gli americani Carter, Fante, Bukowski, Burroughs, Kerouac, il francese Queneau, i sudamericani Soriano e Marquez, Italo Calvino (etcetcetc), ma la fonte d’ispirazione per lo scritto in questione sono stati Ernesto Ragazzoni e Stefano Benni.
Marco Limiti
Eccomi qua, sono Marco Limiti, un piccolo editore con la passione per la scrittura. Non vi stupite perché questo dovrebbe essere normale! Scrivo, poesie ma più che altro racconti ironici nel senso pirandelliano del termine, sulla scia di Pavese, Majakovskj e altri grandi, e scrivo più che altro per suggerire una spiegazione, per correggere situazioni o eventi della mia vita. Giustamente potete dire "Ma a me che mi frega della tua?". Ed avete ragione se si parlasse solo dei cazzi miei, per questo i miei racconti parlano di me ma anche di tutti voi. Di una generazione che si è trovata senza lavoro fisso (che era un valore inossidabile per i nostri genitori) e senza sicurezze affettive. I miei racconti parlano di rapporti umani, di amore, di sesso, di lavoro, dei problemi della nostra vita quotidiana.
Potete trovare più informazioni su www.marcolimiti.info