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Andrea Rivera, Ulderico Pesce, le ScuderieMArteLive al Palladium

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Soul Drivers

Vincitrice sez. Musica 2009

L’EP omonimo dei Soul Drivers cattura l’orecchio fin dal primissimo ascolto: è facile ritrovarsi a canticchiare il brano di apertura “Sorry about the things” subito dopo averlo finito di ascoltare. E senza accorgersene affatto. Tra melodie orecchiabili e ritmi incalzanti, l’atmosfera creata dall’ascolto dei pezzi è senza dubbio very british, un po’ Mod e un po’ Eighties, esempio da manuale di quella definizione contenitore che è diventato l’indie rock.

La band infatti autoproduce interamente il proprio lavoro, sia dal punto di vista strettamente discografico che da quello del management: il merito dei progressi compiuti dal 2005 (anno di nascita della band) fino a oggi, è interamente personale, insomma. Raggiungere una certa visibilità con i soli propri mezzi non è certo affatto facile, ma non impossibile; resta tuttavia l’attesa per una produzione “ufficiale”, per intraprendere nuove strade e avere nuove possibilità.

L’importante risultato appena conseguito dal gruppo è una conferma che il sentiero imboccato è quello giusto: i Soul Drivers infatti hanno vinto l’ultima edizione di MArteLive, confermando così il loro posto al sole nel panorama della musica indipendente romana. Le sonorità della band sono ben precise, i riferimenti evidenti: definendosi brit-pop, indie, electro, new-wave, alternative il quadro è completo. Tranne che per una piccola precisazione che ci sembra necessario fare, concentrandosi sul ritmo e la presenza (quasi) costante dei synth, e cioè il riferimento a quel krautrock che è un rimando tipico anche del gruppo che ci sembra di sentire “tra le note”, e cioè i Franz Ferdinand.

A cavallo tra dancefloor e rock’n’roll, un po’ modaiolo e proprio per questo di piacevolissimo ascolto, l’EP dei Soul Drivers mantiene attento l’ascoltatore fino alla fine. L’ultimo brano “Before today becomes tonight” ne è la perfetta conclusione: trascinante esattamente come quello di apertura, chiude il cerchio con precisione. Una piccola pecca va tuttavia segnalata: la qualità della registrazione non è eccellente come la cura per l’aspetto grafico e il contenuto farebbero supporre. In effetti i Soul Drivers vanno gustati dal vivo; lo dimostrano i loro live, sempre coinvolgenti, durante i quali anche i più timidi non possono fare a meno, se non proprio di ballare, almeno di battere il tempo con il piede.

(Chiara Macchiarulo – MArteMagazine)

 

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